BABY 3: una conclusione degna di nota

Abbiamo visto BABY 3, l’ultima stagione della serie tv italiana che ha conquistato moltissimi spettatori per le tematiche delicate che tratta, di cui abbiamo già parlato qui.

Lo ammetto, le prime due stagioni non sono riuscita ad amarle completamente: i dialoghi, per me, erano un po’ scontati, ma la serie scorreva e si lasciava guardare per via dell’ottima regia e della storia toccante che racconta. Questa terza e ultima stagione, però, mi ha piacevolmente sorpresa e mi ha incollata allo schermo. Sei puntate dense, necessarie, colme di sofferenza, ma anche di diverse rinascite e maturazioni da parte dei protagonisti.

Quindi, la conclusione di BABY è stata ben studiata, ben strutturata e ben raccontata: non lascia con l’amaro in bocca e chi si è affezionato ai protagonisti ha la possibilità di dire loro addio in modo adeguato, soprattutto alle ragazze.

Ma andiamo per gradi.

La discesa verso gli inferi

La storia è giunta alla fine e già dal primo episodio vi sono chiari riferimenti alla conclusione della vicenda.
Le indagini vanno verso un obiettivo: scoprire chi sono le baby squillo dei Parioli e come siano diventate tali.
Ludovica (Alice Pagani) ha deciso di smettere, eppure qualcosa la lega ancora a Fiore (Giuseppe Maggio): nonostante il mondo in cui sono entrate, le ragazze sono ragazze. Sono liceali alla ricerca di loro stesse, Fiore è un ragazzo più grande per cui Ludo ha sempre avuto un debole. Quindi, staccarsi da lui è sicuramente un passo da fare quando si è pronti e all’inizio, Ludo non lo è. Come tutte le adolescenti, le pressioni sono anche a casa e a scuola: i voti, la maturità, il futuro pesano su Ludo che viene tentata dalle pasticche che le ha dato Fiore e quando lo stress è troppo, cede.

Chiara (Benedetta Porcaroli), dall’altro lato è convinta a continuare: quel mondo è solo suo. Sì, Ludovica ogni tanto vi entra, ma il suo desiderio di smettere non la fa agire a mente lucida, mentre Chiara è completamente inebriata dalle sensazioni che prova. Avere il controllo, essere desiderata dagli uomini è una scarica di adrenalina nella vita piatta e infelice della ragazza. Dove i genitori sono assenti, gli amici l’hanno abbandonata e anche con Damiano (Riccardo Mandolini), l’unico che forse avrebbe potuto tirarla fuori dal baratro, è in crisi.

Infatti, se a scuola Chiara appare come una ragazzina anonima, senza trucco, quasi inespressiva e spesso provata dalle circostanze, la trasformazione che avviene quando va alle serate e intrattiene gli uomini è molto evidente. E queste caratteristiche non sono date dal trucco o dai vestiti all’ultima moda, ma è come se vedessimo davvero la personalità di Chiara, forse la percepiamo come donna e non come ragazzina. Chiara acquista sicurezza, sensualità, sa come ridere, come parlare, come rivolgersi ai clienti, cosa fare in determinate situazioni. Sembra controllare ciò che la circonda, è il capo della sua vita, cosa che nella realtà non le accade. In questa terza stagione ci sono quasi solamente Chiara e Ludovica, perché la loro storia ha bisogno di spazio e di tempo per essere raccontata. Sono meno presenti, talvolta quasi assenti, le vicende degli altri personaggi.

Anche l’introduzione di una nuova ragazza nella vita di Damiano viene sentita poco e percepita quasi come inutile, tuttavia Aurora (Anna Lou Castoldi) ci porta un personaggio che rappresenta la normalità nella vita di Damiano: una ragazza normale, un’amica.

Un personaggio nuovo e molto efficace è l’avvocato che si interessa alla vicenda di Chiara. E’ una donna e la loro conoscenza avviene quando Chiara incontra un cliente in un albergo, al posto del cliente, però, arriva una donna. Lei è la moglie del suddetto cliente e cerca in svariati modo di ottenere delle risposte dalla ragazza, non tanto sul comportamento del marito, bensì sulle motivazioni che hanno portato Chiara a finire in quel giro. L’avvocato riuscirà anche a raggiungere i genitori della ragazza e a occuparsi della difesa della giovane, preoccupandosi molto per la vita di Chiara.

Il personaggio di Camilla (Chabeli Sastre Gonzalez) ha un ruolo marginale nella vicenda, non vi è spazio per far riappacificare Chiara e la sua ex migliore amica e anche il rapporto tra quest’ultima e Fabio è, ormai, distrutto. Anzi, come al solito, Camilla risulta essere un’amica terrificante anche nei confronti della fidanzata del fratello che mente sulla sua gravidanza.Tra tutti i modi che vi erano per incastrarla, Camilla sceglie il peggiore e senza curarsi minimamente dei sentimenti altrui e mancando di rispetto a Niccolò (Lorenzo Zurzolo) e alla sua fidanzata.

Un po’ più di spazio è lasciato a Fabio (Brando Pacinotti), ciò avviene perché il suo fidanzato Alessandro è un giornalista e perché la storia con Brando (Mirko Trovato) deve avere una conclusione.
Il ruolo di Alessandro è molto ben costruito, è di fondamentale importanza per evidenziare il ruolo dei media all’interno di una vicenda terrificante come quella delle Parioline. Le ragazze vengono descritte come in cerca di borsette firmate e vestiti d’alta moda, insomma sminuite e giudicate senza essere conosciute, senza una parola di comprensione. Quando Fabio scoprirà che in quella vicenda è coinvolta anche Ludo, porrà fine alla storia con Alessandro, cogliendo anche la palla al balzo per correre da Brando. Infatti, anche la loro storia ha uno spazio riservato, intimo, romantico, un epilogo perfetto per i due ragazzi che finalmente sono liberi di esprimersi e di manifestare il loro amore, trovando anche il coraggio di esporsi in pubblico nel terribile mondo degli adolescenti dove un errore può costare anni di cattiveria.

Finalmente il legame tra i due viene messo in evidenza e rappresenta il coronamento dell’amore adolescenziale, dove tutto è più intenso, più spensierato e più autentico.

Genitorialità in crisi

Uno degli elementi su cui si è insistito di più nella serie, nelle stagioni precedenti come in questa, è stato l’ambiente familiare delle ragazze. Molto probabilmente questo è relativo alla domanda che ognuno di noi si pone mentre guarda la serie: “Perché?”, perché delle ragazzine dovrebbero fare le prostitute.
I contesti familiari delle ragazze (ma anche degli altri protagonisti della serie) sono a dir poco raccapriccianti: non si parla di contesti degradati, ma della ricchezza e dell’agiatezza delle famiglie di Chiara e Ludovica e di tutti quelli del Liceo Collodi, regni dell’apparenza e della finzione.

Nella terza stagione, Elsa Altieri (Galatea Ranzi), la mamma di Chiara, è entrata ufficialmente in politica e si prepara alle elezioni, ennesima distrazione che la allontana ancor di più dalla figlia ormai preda di un mondo fatto di sesso, soldi e notti brave. Entrambi i genitori sono impegnati nei loro affari, la ragazza esce la sera e torna la mattina, nessuno si preoccupa di chiedere dove sia stata, cos’abbia fatto, nulla, viene lasciata completamente allo sbando. Non vi sono scene che ritraggono un vero rapporto tra i membri della famiglia e quelle poche che vi sono mettono in evidenza quanto sia più importante fingere di essere uniti invece che esserlo davvero. Una delle scene che vedono protagonisti Chiara e i suoi genitori avviene durante un incontro politico della mamma, la quale ringrazia pubblicamente la figlia per il sostegno. Chiara, infatti, non appare particolarmente commossa né colpita da quel gesto volto solo a strumentalizzare la figlia per far vedere quanto la politica della madre sia legata alla famiglia, un modo ipocrita per farsi vedere ed essere ancora una volta al centro dell’attenzione.

Tra l’altro è proprio a quell’incontro che Chiara viene avvicinata da un suo cliente sessantenne, quando la madre la richiama a sé non nota neppure che la figlia stesse parlando con un uomo di sessant’anni. Non si domanda chi fosse, cosa volesse da Chiara, nulla.

Elsa Altieri (Galatea Ranzi) e Simonetta (Isabella Ferrari)

La gara per il premio “Genitore peggiore dell’anno” è all’ultimo sangue perché anche la mamma di Ludovica, Simonetta (Isabella Ferrari), incarna una donna che preferisce non vedere, tapparsi gli occhi pur di non ammettere che sua figlia faceva ciò che faceva. Ludovica, con fatica, sta uscendo da quel mondo, ma non è così facile per lei che è molto più fragile di quanto dia a vedere. Tra l’altro, nella scorsa stagione Simonetta vede nella cantina del suo palazzo, tana privata di Ludovica, i vestiti di marca, le borse, tutte cose che con il loro reddito, la figlia non si sarebbe mai potuta permettere. Già lì, capisce che vi è del marcio e l’unica cosa che è in grado di dire è rimarcare la fiducia che prova nei confronti della figlia, non un vero e proprio aiuto. In questa stagione, se possibile, la donna fa un errore dopo l’altro: infatti appena ottiene l’ennesima conferma di ciò che combina la figlia, la sgrida e le dice di andarsene.

Ricapitolando: tua figlia fa, ha fatto, la prostituta e la prima cosa che ti viene da dirle è che ti ha delusa e che deve andarsene perché non la vuoi più vedere? Non ti viene in mente di indagare più a fondo, magari di chiedere un aiuto a qualcuno, come un medico, uno psicologo oppure di chiamare la polizia.

Un altro momento dove sono rimasta allibita di fronte alla mancanza di sensibilità di questi genitori è stato quando, dopo il caso di Sofia, viene a galla la storia di una ragazza del Collodi e i genitori di Chiara vengono a sapere, attraverso delle foto, che anche la figlia è implicata in quel giro. Anche qui troviamo molta rabbia e dei genitori delusi dalla figlia, anche loro come Simonetta, urlano e scalpitano rivendicando tutto ciò che hanno fatto per la figlia, tutto quello che le hanno dato e domandandosi come lei abbia potuto fare una cosa del genere, mettendo così in cattiva luce la famiglia.

E quindi, di nuovo, scopri che tua figlia si intrattiene con uomini di diverse età e il tuo primo problema è che la cosa getta fango sulla famiglia? Non ti preoccupi degli stati mentale, fisico e psicologico di tua figlia, poco più che una bambina?

Un altro genitore che ha miseramente fallito è il papà di Damiano: il rapporto tra i due è quasi del tutto assente, per fortuna la vicinanza di Monica (Claudia Pandolfi), compagna del padre e professoressa di ginnastica al Collodi, è un elemento positivo per Damiano. Tanto che è lei che va a trovarlo quando scopre che è coinvolto nella storia della prostituzione minorile del Collodi. Molto prima di questo, però, il padre scopre che Damiano spaccia, anche qui eccessi di rabbia, delusione, il genitore furibondo con un figlio che non comprende, non tenta neppure di trovare uno spiraglio per farsi strada nella vita di Damiano, no vi è una rabbia costante. Damiano va a vivere da solo, così a caso. Questa è stata un po’ una caduta di stile in una serie che sicuramente è migliorata tantissimo nel corso delle stagioni. Damiano, diciassettenne, senza un lavoro, senza un soldo, va a vivere in un loft da solo.

Poco plausibile dato che, in linea con il personaggio, il padre non credo gli avrebbe mai fornito mezzo centesimo per vivere per i fatti suoi.

Altro caso di genitore disgustoso: il padre di Brando (Max Tortora). Brando ha subito forse l’evoluzione maggiore nel corso delle stagioni, da bullo è passato a vittima sia in casa sia fuori e questo sicuramente ha generato un personaggio molto profondo e dettagliato.
Brando compie un gesto di enorme coraggio: denunciare il padre. Padre che l’ha vessato, che ha già scritto la sua vita e che non accetta la sua omosessualità.

La scoperta che il padre va a letto con ragazzine minorenni deve essere uno shock non indifferente a qualsiasi età, ma in particolar modo durante l’adolescenza. Brando è in un limbo dove, da un lato, deve accettare se stesso e la sua identità sessuale e dall’altro è disgustato da suo padre, figura già vacillante nella sua vita che crolla inesorabilmente dopo quell’evento. Quindi si chiude nella sua stanza, unico rifugio protetto da tutti: dai genitori, da Fabio, dagli amici del Collodi che non sono mai passati a trovarlo nonostante la sua assenza prolungata.

Dopo la denuncia di Brando, il padre torna a casa, spaccia ciò che è successo per un errore, afferma che ci penserà lui a sistemare le cose, ma Brando non ci sta e alla fine confessa di averlo denunciato. A quel punto la madre di Brando si schiera con il figlio e sbatte fuori di casa il marito, forse si può ricominciare.

Ludovica: una fenice

Come una fenice, Ludovica rinasce dalle sue ceneri, tocca il fondo e ne riemerge completamente nuova. Ludovica è caratterizzata dall’emotività, fin da subito ci troviamo di fronte una ragazza fragile, vittima di bullismo, con un padre assente e una madre che non si occupa di lei in modo adeguato.

Fiore rappresenta sia un sostituto del padre, con il suo fare protettivo, gli anni di differenza, sia ciò che Ludovica desidera, ossia qualcuno che la ami.

Eppure, la mente di Ludo inizialmente offuscata dal desiderio, dall’amore che nutre per Fiore capirà che lui non è quello che sembra. Anzi, è un uomo spregevole che pensa solo ai suoi interessi e lo dimostrerà in diverse occasioni. Ad esempio, quando paga un maniaco per ossessionare Ludo, oppure quando ricatta Chiara e Ludo tenendole nel giro della prostituzione. Ludo rinasce lentamente, ma in questa stagione vi è un vero e proprio percorso di maturazione da parte della ragazza che cerca di rimettere a posto le cose, studia e viene ammessa agli esami e fa anche una buona figura all’esame di maturità nonostante tutto ciò che ha passato.

L’apice, forse, viene raggiunto quando sceglie di comunicare la propria posizione alla polizia mentre è con Fiore, scappare con lui è stato un ultimo atto di speranza, un desiderio di sparire per far stare meglio gli altri. Poi però Ludo, forse mossa dal rispetto per sé stessa, forse mossa dalla confessione di Chiara e dalla sua richiesta di tornare a casa, sceglie di lasciar andare Fiore e di mettersi in salvo. Sceglie se stessa.Da lì poi, l’esame e Parigi rappresentano delle tappe per concludere il processo di rinascita e per ricominciare. Alla fine vediamo Ludo finalmente sorridente, a suo agio, circondata da persone che ridono con lei, in un mondo che sicuramente le si addice e la fa sentire bene.

Chiara: prendersi le proprie responsabilità è il primo tassello per ricominciare

Lo ammetto: Chiara è stata, fin dalla prima stagione, il personaggio che ho amato di più all’interno della serie. Chiara ci porta nei suoi abissi, nei suoi angoli bui colmi di solitudine, abbandono e incomprensione. È un personaggio complesso che va analizzato per gradi. Abbiamo già detto quanto Chiara abbia bisogno di controllare ciò che la circonda e di sentirsi amata e apprezzata come donna, sensazioni che non ha mai provato dai suoi genitori che la vedono più come un accessorio da sfoggiare. L’ennesima prova di un’incapacità genitoriale la nota proprio quando i genitori, dopo aver scoperto le foto della figlia, le dicono che lei non ha idea di che cosa stia facendo. Chiara, che non ha mai detto ad alta voce determinate parole, soprattutto ai suoi genitori, parla con sicurezza e schiettezza, dicendo che sa benissimo ciò che fa: la prostituta. Parla finalmente a chiare lettere e spiega che lei è il frutto di ciò che le è stato fatto, sbatte in faccia la realtà a due persone che hanno sempre nascosto tutto sotto un tappeto e hanno accettato con rassegnazione il declino di una famiglia, evidente già dalla prima stagione.

Chiara ha Ludo, ma in realtà è molto sola: è una ragazza che dice, ma non dice tutto, che non viene ascoltata e che viene abbandonata anche da chi credeva non lo avrebbe mai fatto.

La storia con Damiano era ciò che proteggeva e amava, ma i due sembravano viaggiare su due strade parallele senza mai incontrarsi, senza mai essere davvero l’uno con l’altro. Durante uno dei rari sprazzi di normalità vissuti dalle due ragazze, come la vacanza dei 100 giorni organizzata dai compagni di scuola, Chiara si aspettava una fine diversa per lei e Damiano, il quale ammette di provare qualcosa per Chiara, ma di non essere pronto per una storia con lei. Lì Chiara torna per un attimo alla normalità, vive un brevissimo momento dell’adolescenza che le è stata negata, quella che non è fatta solo di scuola e compiti, ma anche di amicizia e di pene d’amore.

E poi ci sono due momenti in cui Chiara si libera del peso della sofferenza e sceglie di prendersi le proprie responsabilità dopo aver scoperto l’ennesima pugnalata da parte dei suoi genitori. Sua madre ha fatto una soffiata al Collodi dicendo che “Emma”, la baby squillo, è Ludo che si trova costretta a scappare per evitare di mandare tutto all’aria.Così Chiara si mette a nudo nell’unico modo efficace per un’adolescente: attraverso una diretta Instagram dove confessa che Emma è lei, in un monologo che scatena le reazioni negative dei suoi compagni che cominciano a giudicare lei e Ludo, ad additarle, a deriderle. La scelta della diretta non rende molto felici i genitori di Chiara né il suo avvocato, ma ormai a Chiara non interessa, anzi si gioca il tutto per tutto e va alla ricerca dell’unica testimone che può davvero tirare fuori le ragazze dai guai. Chiara, insieme a Ludo e a Niccolò cerca Natalia sulle strade e alle feste, finché non la trova in una villa che le due ragazze conoscevano bene. Una villa dove si organizzano festini a base di sesso, con uomini e donne che hanno rapporti in ogni angolo senza privacy e senza curarsi di nulla. Natalia non accetta di testimoniare e chiede a Chiara di fare uno scambio: prendersi il suo cliente in cambio della testimonianza. Una delle scene più belle della stagione è proprio questa: Chiara viene proiettata nel vuoto, il suo volto è inespressivo e lei viene assalita dall’apatia. La vediamo sdraiarsi sul letto mentre l’uomo inizia a svestirsi, poi intorno a lei tutto si fa nero e mentre il suo sguardo è fisso di fronte a sé, come se semplicemente fosse rassegnata a ciò che le sta capitando, le ginocchia che si allontanano l’una dall’altra fanno immaginare ciò che sta per accadere. Poi però, il viso di Chiara riappare, provato e rigato dalle lacrime. Questo momento segnerà la fine e la realizzazione di ciò che la giovane aveva fatto finora, una forma di accettazione di sé stessa, di consapevolezza. Arriva Niccolò in soccorso all’amica: Chiara ha rifiutato il rapporto con quell’uomo, è finita. Chiara è stanca, profondamente, è arrivata sul fondo anche lei come Ludo e ora la sua unica speranza è quella di tornare a galla. Tutto ciò che Chiara non ha mai detto viene espresso durante la sua testimonianza al processo.

Tutto quello che la ragazza ha provato nella sua vita viene riversato in un filmato di pochi minuti dove Chiara dice ciò che l’ha resa prigioniera in tutto quel tempo e dimostra di essere un’adolescente, niente di più niente di meno. Una ragazza in cerca di se stessa con insicurezze e vulnerabilità che non sono mai state accolte da nessuno, né comprese, né affievolite. Chiara si è portata un peso addosso fino alla fine, il peso di appartenere a un mondo che la rifiutava, a una scuola che non la accettava, a dei genitori che la vedevano come un trofeo da esibire alle serate. Proprio come facevano gli uomini con cui andava. Chiara non si percepisce come una qualsiasi ragazza, né come vittima, ma sicuramente si vede come un rigurgito di una società materialista, fondata sui soldi e non sulle emozioni, sui sentimenti. Il suo destino è quello di andare in comunità, cosa che accetta con serenità e quasi con rassegnazione, unica possibilità di ricominciare.

“Ho sempre osservato gli altri. non capivo perché tutti sapevano chi erano e io no. io non ho mai capito, avevo paura di sbagliare, avevo paura di deludere. A volte i clienti ci trattavano come degli oggetti, solo che lì per lì non ci facevo caso. Quell’apatia che le dicevo mi faceva sentire adulta. sembrava la soluzione a tutto, è così che funziona no? i sentimenti sono solo delle illusioni, mentre i soldi, i soldi sono veri. Non voglio più vivere così. Essere stata Emma mi ha aiutata a capirlo. Mi guardo allo specchio e non vedo una vittima, poi mi guardo intorno e… credo che la cosa più giusta sarebbe ammettere che ognuno di noi in fondo è responsabile.”

Fine e inizio

Questa stagione è stata una sorpresa. Abbiamo visto molte tematiche e alcune sono state veramente trattate con i guanti attraverso le puntate, per esempio il ruolo dei genitori. I genitori, come al solito, hanno fallito i loro compiti e hanno reso la vita di questi ragazzi un inferno. Il mestiere di genitore è sicuramente il più difficile, ma in questa serie vi è una lunga lista di cose da non fare. Quello che emerge proprio dagli adulti è un vero e proprio rifiuto della legge, oltre che dei propri figli.

I genitori di Chiara rasentano dei livelli mai raggiunti, al limite dell’abuso psicologico, completamente indifferenti non solo alla sofferenza evidente della figlia, ma anche alla situazione che lei e di riflesso loro stanno vivendo. Si mostrano come famiglia unita, un bel quadretto, mentre tutto va a rotoli, mentre la vita della ragazza cade in pezzi. La madre di Chiara arriva addirittura a indicare Ludo come prostituta, ciò avrebbe potuto essere lo spunto per una querela per diffamazione.

Un punto su cui non si sono soffermati è la storia tra Niccolò e la professoressa di ginnastica, Monica: andare a letto con un allievo, all’epoca dei fatti minorenne, avrebbe potuto causare molti guai alla professoressa. La stessa madre di Ludo che consapevole di ciò che è successo alla figlia, la copre e accetta i suoi soldi, dimostra anche il poco rispetto della donna verso la figlia, oltre che l’istigazione alla prostituzione minorile. Un altro tema descritto bene è il giudizio. Giudicare le ragazze per le loro scelte senza comprenderne davvero le motivazioni, senza cerca di immedesimarsi nei loro panni ed etichettarle solo con parole che si riferiscono a ciò che fanno fuori dalle mura scolastiche significa sminuirle. Giudicare gli altri senza conoscere le loro motivazioni e i loro sentimenti può essere deleterio, soprattutto in un momento delicato come l’adolescenza. Il peso del giudizio altrui può causare molto dolore in alcuni, mentre può essere insignificante per altri, ma questo dolore è reale. Le parole feriscono, l’essere discriminati per le proprie scelte può causare sofferenza e questo ce lo dimostrano sia Ludo che Chiara. Le ragazze avevano solo bisogno di comprensione, di accettazione, di sostegno in un momento dove fragilità e vulnerabilità fanno da padrone.

L’adolescente deve essere accolto dall’ambiente, non solo da quello sociale, ma anche da quello familiare, deve essere compreso e sostenuto perché l’adolescenza è la scoperta che tutto ciò che si ha intorno vacilla: i genitori non detengono più la verità assoluta, nessuno la detiene.

L’adolescenza è anche il momento della ribellione, dei comportamenti rischiosi, della scoperta della sessualità, tutte tappe che queste ragazze hanno in un modo o nell’altro saltato essendo catapultate in un mondo dove il sesso è principalmente oggettivazione del corpo femminile, dove non vi è romanticismo, delicatezza, ma conta solamente l’atto. Tuttavia alle ragazze va bene così, perché ogni cosa è meglio del mondo reale fatto di bullismo, cattiveria, solitudine, perché nel mondo di BABY è meglio essere apatici ed essere visti come degli adulti che essere solo dei semplici adolescenti del Collodi che abitano nel quartiere più ricco e bello di Roma, dove ciò che conta sono i soldi e rifiutare ogni responsabilità.

Questa parola, responsabilità, è uno dei pilastri della serie ed il messaggio a essa correlato è forte e netto all’interno delle puntate. Il monologo di Chiara ce lo dimostra: siamo tutti un po’ responsabili, perché in una comunità anche ciò che succede agli altri e intorno a noi ci tocca, seppur indirettamente.

Siamo tutti coinvolti e colpevoli delle scelte che hanno fatto queste ragazze perché sicuramente vi è una colpa all’interno dell’ambiente familiare, ma se delle ragazzine arrivano a prostituirsi il problema non sta solo lì, sta nella scuola, nei media e nella società.