The Stranger e Safe: due thriller speculari
Durante queste interminabili giornate di quarantena, ho trascorso parecchio del mio tempo scorrendo i titoli di Netflix, alla ricerca di qualche serie tv che potesse distrarmi dalla noia. Nel giro di pochi giorni, ho iniziato e terminato The Stranger e Safe, due miniserie incentrate sul mistero ed etichettabili come thriller. Entrambe sono tratte da due diversi romanzi dello stesso autore, Harlan Coben, e in comune hanno alcuni produttori esecutivi, tra i quali Danny Brocklehurst.
The Stranger, debuttato sulla piattaforma nel 2020, racconta le peripezie di un marito (Adam Price) che, insieme ai suoi due figli, si impegna nella disperata ricerca della moglie Corinne, scomparsa. Tutto inizia quando una donna, la sconosciuta – da cui la serie trae il titolo –, avvicina Adam per rivelargli un segreto sconcertante: Corinne, tempo prima, avrebbe inscenato una gravidanza, fingendo poi di perdere il bambino.
Servendosi di alcune prove fornitegli dalla sconosciuta, Adam conduce delle ricerche che sembrano confermare quella versione. Da qui l’inizio delle sventure: durante un’accesa discussione, Corinne ammette di aver mentito, ma confessa che c’è molto di più da raccontare, e che avrebbe avuto bisogno di tempo prima di parlarne. Ma quando finalmente per Adam arriva il momento di scoprire la verità, Corinne scompare nel nulla, lasciando solo un messaggio e gettando l’intera famiglia nel panico.
Una vicenda simile è anche il fulcro di Safe , miniserie uscita su Netflix nel 2018. Anche in questo caso si tratta di un dramma familiare, ma questa volta a sparire è la figlia maggiore Jenny. Anche qui a condurre le ricerche è il padre di famiglia, Tom Delaney, che da poco ha perso la moglie a causa di un bruttissimo male. La sparizione di Jenny, man mano che la storia prosegue, si rivela essere legata ad un segreto riguardante la madre defunta. Ciò che accomuna sin dall’inizio entrambe le serie, è un segreto che deve necessariamente essere svelato. Ma i parallelismi sono molti di più. Entrambe le vicende, infatti, iniziano con un party abusivo fra adolescenti, durante il quale succede qualcosa che non ci è dato sapere, se non negli ultimi episodi. In entrambe, inoltre, è fondamentale la mediazione del cellulare e, più in generale, della tecnologia, come strumento tramite il quale contattare, rintracciare e condurre ricerche su qualcuno. Lo spazio della storia, in tutti e due i casi, è una piccola cittadina, i cui abitanti/personaggi si conoscono bene. Ed è proprio la scuola, la stessa frequentata dai figli dei personaggi principali e da alcuni dei protagonisti, ad essere uno dei principali punti di raccordo in tutte e due le miniserie.
Sia in The Stranger che in Safe , a guidare l’indagine di polizia è un’agente donna, la cui vicenda parallela, che entra anche nel me rito della vita privata, ottiene un discreto spazio all’interno della storia. In tutti e due i casi, quindi, la trama principale è inframezzata da altri filoni secondari, necessariamente collegati tra loro.
Ciò che davvero sorprende nelle due serie, è il finale. Mentre in The Stranger, fino alla fine siamo portati a credere che Corinne sia ancora viva e si nasconda da qualche parte, in Safe fin dall’inizio siamo sviati dal presagio che Jenny sia morta durante il party, così come il suo fidanzato, trovato esanime in piscina. Eppure, gli esiti si ribaltano: Corinne non rivedrà suo marito, mentre Jenny riabbraccerà il padre. Sicuramente l’epilogo più inaspettato è quello di Safe, in cui il colpo di scena finale, che svela l’assassino del fidanzato di Jenny, è davvero sensazionale.
Non solo per il finale, ma anche per l’intreccio fin da subito accattivante, posso con sicurezza affermare, tra le due serie, di aver preferito Safe. Per non parlare poi del cast d’eccellenza, fra cui Michael C. Hall nei panni di Tom. L’unica nota negativa è forse la tendenza di questa prima stagione, così breve, a concentrarsi troppo sui legami dei personaggi, finendo per lasciare troppo spazio a quelle vice nde sentimentali più comuni alle telenovelas.
Di The Stranger ho apprezzato soprattutto la caratterizzazione accurata dei personaggi, sebbene non di tutti.
I profili più sfumati, alla fine dei conti, risultano essere quelli della sconosciuta e della sua collaboratrice – i due fondamentali personaggi di raccordo fra i diversi filoni di trama – che avrebbero necessitato di una maggiore introspezione. La debolezza della serie sta soprattutto nel suo perdersi e tergiversare troppo nelle trame secondarie, condite di
rapporti sentimentali e collegamenti, fra una e l’altra, tirati un po’ per i capelli. Di certo in Safe i legami fra i filoni di trama sono stati gestiti in maniera più sapiente, risultando quindi meno inverosimili.Se siete amanti del thriller e del mistero, e state cercando qualcosa da guardare durante questa interminabile quarantena, vi consiglio entrambe le serie. Sia The Stranger che Safe sanno incollare gli occhi dello spettatore allo schermo, e inevitabilmente lo inducono a riflettere.
Aprono il sipario su un mondo che sta sempre di fronte a noi, ma che non vediamo perché sepolto dai segreti e dal mistero; spalancano uno spiraglio sul marciume che si nasconde dietro ai rapporti umani, che siano d’amicizia, d’amore o di semplice vic inato; ci ricordano che non siamo mai veramente al sicuro, perché il nostro peggior nemico potrebbe vivere alla porta accanto.