25 giugno 2009: Michael Jackson

Gli schermi delle televisioni e le pagine di giornale di tutto il mondo trasmettono e portano in prima pagina la stessa scioccante notizia: il cantante, “Re del pop”, Michael Jackson è venuto a mancare nella sua casa a Los Angeles la scorsa notte.
Le ragioni del decesso ancora non si conoscono: si pensa ad un infarto, si ipotizza un avvelenamento di farmaci da parte del suo medico…ma sicuramente la cosa a fare maggior scalpore è il fatto che tutto sia accaduto pochi giorni prima dal lancio di un tour magistrale che l’artista stava preparando dopo essere stato assente sui palchi di tutto il mondo per una decina di anni.
“This is it” si sarebbe chiamato lo show, un’ultima ribalta da parte dell’artista intenzionato a riproporre le proprie storiche canzoni in veste come suo solito spettacolare, inconsueto ed eccezionale.
Il dolore e le lacrime dei fans si raccolgono in simultanea per la tragedia: la perdita alla quale si assiste non è solo di un uomo ma di un pezzo di storia della musica che è stato in grado di travolgere vecchie generazioni sulle piste da ballo, negli anni d’oro della disco, negli anno ottanta e nelle sperimentazioni più recenti; non solo…ha permesso di sognare anche ai giovani che non partecipavano direttamente alle uscite dei suoi lavori ma li riproducevano ad alto volume negli sterei, lasciandosi incantare e trasportare dalla loro potenza.

Quando si parla di Michael si ricorda un fenomeno, un cantante e ballerino fuori dai canoni, non solo per motivi che riguardavano la sua vita ma anche e soprattutto per il tipo di arte che ha prodotto e ha lasciato. Come è possibile dedurre, Michael Jackson non è stato un semplice performer; ripercorriamo dunque brevemente le tappe della carriera che lo hanno reso leggenda.

Michael Joseph Jackson nasce in una famiglia di sette fratelli il 29 agosto 1958 a Gary, una cittadina dell’Indiana (USA). Michael è interessato alla musica sin dall’infanzia, tanto che il padre Joseph Jackson, intuendo il suo talento, decide di porlo come solista all’interno di una band “made in family”. Nascono così i “Jackson Five”, ragazzi giovani che muovono i piedi a suon di disco prima in piccoli locali, fino a raggiungere la notorietà in tutt’America.

Siamo negli anni 70 e Michael inizia a staccarsi dai fratelli incidendo delle prime tracce in separata sede. Nel 1979 nasce il primo album da solista, in seno ad una collaborazione che segnerà gran parte della sua carriera, con Quincy Jones. “Off the Wall” scala presto le classifiche, e da lì il successo di Jackson è sempre più vertiginoso. È il 1982 e la storia della musica vede l’apparire dell’album ancor oggi più venduto di sempre: “Thriller”, un insieme di canzoni che diverranno intramontabili accompagnati da uno tra i primi videoclip concepiti come possono essere oggi, narrativi e frutto di un’attenta regia.

Gli album successivi saranno allo stesso modo esempi di produzioni e melodie fantastiche, energiche e mai ascoltate prima: Bad, Heal the World, Man in the mirror, Black or white, Smooth criminal… sono solo alcuni nomi delle tante registrazioni che a distanza di anni ascoltiamo in radio. La carriera di Michael è stata segnata da tanto successo come da tanta polemica intorno ad alcuni episodi della sua vita privata; tuttavia quello che vogliamo ricordare non sono gli scandali travisati causa della debolezza di un uomo. Vogliamo parlare di ciò che di meglio ha potuto dare a noi: la sua arte, la sua musica…che si distingue forse da quella di altri perché si fa carico di qualcosa che pochi musicisti hanno il coraggio di mettere nelle proprie creazioni. Il cuore, l’intimità e l’emozione, ogni singola nota emessa dalle corde di Michael Jackson è vera e racconta una parte della sua sensibilità, sicuramente fragile ma anche e soprattutto energica.

Sebbene esporsi così tanto sarà stato uno svantaggio per un uomo di fama come lui di certo è l’ingrediente segreto che ci permette di ascoltarlo senza stancarci mai.

Michael ha raccontato storie che sono anche le nostre storie: i primi innamoramenti, le paure di un governo ingiusto, la compassione e il rispetto nei confronti della terra che calpestiamo…tutte sensazioni che si accendono non appena parte il beat di un suo brano.

Questo è ciò che fa della musica immortale, della sua musica e della sua persona, che non potrà che essere ricordata col sorriso e coi battiti cardiaci di chi insegue il suo ritmo. Questo è ciò che di più grande un piccolo ragazzino, l’eterno Peter Pan, ha potuto lasciarci e lasciare alla storia.